Care amiche, cari amici,
Bari, nello scenario nazionale e ancor più in quello meridionale, è stata da sempre “la città del fare”. Questa sua innata concretezza l’ha portata a rifuggire l’ideologia e a saper intuire via via il tramonto delle diverse stagioni per abbracciare la novità e sfruttarne la carica vitale.
È stato così negli anni Cinquanta con la destra. Poi con la Democrazia Cristiana di Moro e Lattanzio. Ha quindi saputo captare il vento del socialismo riformista. E con Tatarella è stata protagonista della destra di governo che ha contrassegnato la nascita della cosiddetta Seconda Repubblica. Quando quella spinta si è esaurita – anche per la scomparsa del suo protagonista -, Bari ha aperto alla lunga stagione del centrosinistra, che dura da un quindicennio.
Oggi però la città appare ferma dinanzi a problemi sempre più grandi come il disagio delle periferie, l’insicurezza che lambisce i quartieri centrali, uno stallo urbanistico che aggrava le solitudini e amplifica le emergenze sociali, l’incapacità di riappropriarsi del proprio mare per renderlo elemento non separato ma pienamente partecipe della vita della città.
C’è poi – e forse alla base di tutto – un’emergenza #culturale. Bari ha recitato, per tutto il secolo scorso, il ruolo instancabile di laboratorio in continuo fermento, coniugando cultura e mercato. Gli esempi virtuosi del passato affollano la nostra memoria: dalla Laterza di Croce allo sviluppo dell’Università, alle molteplici e felici iniziative editoriali del secondo dopoguerra.
Adesso, invece, tutto appare immobile. E questo vuol dire che è giunto il tempo di una nuova stagione, da suscitare, coltivare e guidare con cura e attenzione.
È giunto il momento che la Bari produttiva – del “fare”, appunto -, la Bari delle professioni, delle imprese innovative, del commercio, della cultura non costretta solo in alcuni salotti, così come anche la Bari del volontariato e della solidarietà, si metta in gioco, tornando ad essere il motore della città. In caso contrario, c’è il rischio che una grande opportunità vada sprecata, dissolta nelle mani di fenomeni estemporanei o di pura reazione.
La lista di “IDeA per Bari” nasce da qui, da queste semplici premesse. La nostra ambizione non è quella di costituire solo una lista civica. E’ quella – più grande – di poter essere attori in un processo che riporti Bari nel solco della sua tradizione, riqualificando il centrodestra, dando voce alla sua parte riformatrice, scuotendo e recuperando alla voglia di partecipare quella parte di città che sembra assopita da anni. E che forse è lì, che aspetta.