

Segnaliamo le note dei parlamentari di IDEA, Gaetano Quagliariello e Eugenia Roccella, sulla terribile decisione di staccare le spina alle macchine che tengono in vita il piccolo Charlie Gard.
“La morte annunciata del piccolo Charlie non segna solo la fine dell’umanesimo europeo: determina anche la frattura fondamentale del tempo che stiamo vivendo dopo il tramonto delle ideologie tradizionali”. Lo dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, leader di ‘Idea’ e capogruppo di ‘Federazione della Libertà’. “Da una parte – prosegue – c’è chi ha la presunzione fatale di determinare quale sia una vita degna di essere vissuta, e questa presunzione giunge fino al punto di strappare un bambino all’amore dei suoi genitori che chiedevano solo di provare a proprie spese una cura sperimentale. Dall’altra c’è la consapevolezza della imperfezione della vita, c’è la consapevolezza di non poter mai scegliere per l’altro, tantomeno attraverso l’autorità di un tribunale. L’Europa dei padri fondatori era liberale, laicamente cristiana, tollerante perché consapevole delle tragedie del Novecento; l’Europa di oggi mostra un volto totalitario, laicista, spietato nella sua presunzione di determinare presunti diritti, fino a imporre questi diritti anche a chi non li vorrebbe esercitare, come i genitori del piccolo Charlie ai quali – conclude Quagliariello – va innanzi tutto il nostro pensiero e la nostra solidarietà”.
“Oggi il piccolissimo Charlie Gard morirà, perché così hanno deciso i medici e i tribunali”. Lo afferma Eugenia Roccella, parlamentare di Idea. “Il messaggio dei suoi genitori è straziante: “non possiamo scegliere se lasciare che il nostro bambino viva, ma nemmeno quando o dove debba morire”, scrivono, riferendosi al divieto di portarlo a casa, per lasciare che si spenga tra le loro braccia. Per giustificare la terribile decisione – prosegue Roccella -, si afferma che Charlie sia un malato terminale, e che il respiratore che gli permette di non morire soffocato sia una forma di accanimento terapeutico. Se è così, se Charlie sta morendo, non serve staccare il respiratore, e tocca ai medici dimostrare che esistono le rigorose condizioni per applicare il protocollo della sedazione palliativa profonda, un protocollo che tra l’altro non prevede si interrompano necessariamente le forme di sostegno vitale. Ma la verità – sottolinea la parlamentare – è che la decisione di farlo morire non è stata presa perché Charlie è un malato terminale (tant’è vero che il distacco del respiratore è stato chiesto già a febbraio, e il bimbo è sopravvissuto fino ad oggi) ma perché è un malato inguaribile, per cui la medicina non ha ancora trovato soluzioni. La verità, non detta, è che si tratta di eutanasia di stato, nella forma più inumana e crudele”.