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Charlie: Roccella, per lui nessuna libertà. Quagliariello, Governo metta in campo ogni strumento

5 Luglio 2017Camilla CecchiniNewsNessun commento
“Sembra ormai chiaro che il piccolo Charlie è “prigioniero” del GOSH, l’ospedale in cui è ricoverato dallo scorso ottobre, che ormai ha stabilito di farlo uscire da lì solo da morto: non può infatti essere trasferito in altri ospedali, anche estremamente qualificati, che si sono dichiarati disponibili (tra cui, come è noto, il Bambin Gesù), e non può essere neppure portato a casa a morire”. Lo scrive Eugenia Roccella, in un editoriale sul quotidiano online “l’Occidentale”.
“Sono stati finora accampati “motivi legali” – continua -, che però non sono stati mai spiegati. Come ha giustamente osservato il Prof. Alberto Gambino, in realtà i tribunali inglesi hanno detto esattamente il contrario: il 21° statement della decisione dell’HIGH Court of Justice stabilisce espressamente che “trasporting Charlie to the USA would be problematic, but possible”, trasferire Charlie negli Usa sarebbe problematico ma possibile”.
“E’ una situazione inaccettabile per un paese di nobile e antica tradizione democratica e liberale: imporre a un cittadino quando, come e dove morire, sottrargli questa ultima libertà, grazie a una sorta di sequestro di stato, sembra  – conclude – un paradosso incredibile”.

 

“Chiediamo al governo italiano di mettere in campo tutti gli strumenti a sua disposizione, perché di fronte alla vita non c’è neutralità che tenga. E chiediamo al ministro Alfano di andare avanti sollecitando tutti i canali diplomatici, anche facendo leva sulle dichiarazioni del premier britannico Theresa May e sulla grande ondata di mobilitazione spontanea che la storia del piccolo Charlie e dei suoi genitori ha suscitato nell’opinione pubblica italiana e internazionale”. Lo dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, leader di ‘Idea’. “Chiediamo che non ci si fermi – aggiunge – ai dinieghi opposti oggi dal ministro Johnson al ministro Alfano e ieri al nostro ambasciatore dal management dell’ospedale Great Ormond Street, che avrebbe affermato di avere le ‘mani legate’ dalle sentenze: esercizio di rara ipocrisia, dal momento che sono stati proprio i medici londinesi a chiedere ai giudici di poter strappare il bimbo Charlie ai presidi vitali e dunque – conclude Quagliariello – consegnarlo ad una eutanasia per soffocamento”.

Tag: charlie, Court of Justice, eugenia roccella, eutanasia, gaetano quagliariello

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