“Ad Ostia hanno vinto i 5 stelle. La Raggi, attraverso la Di Pillo, governerà anche il X municipio. Altro elemento significativo: il fortissimo astensionismo. Ha votato un avente diritto su tre. Un dato che fa comprendere quanto sia forte la disaffezione dei cittadini rispetto alla politica e quanto, anche i cosiddetti “partiti di protesta”, abbiano oramai scarsa attrattiva. Più, forse, dei partiti tradizionali ma, anch’essi, in forte calo.” Lo scrive Vincenzo Piso (IDEA) in una nota su Facebook.
“D’altra parte – continua – una protesta che non si traduce in capacità di governo è come il moto di rabbia che con una manata ci fa spazzare via tutto dal tavolo. Dopo rimangono le cose per terra e rotte. Nel voto per il X municipio le condizioni affinché vi fosse una affermazione dei 5 stelle erano tutte presenti. Il racconto di “Ostia Criminale“, il clima da coprifuoco, ma crediamo, innanzitutto, IL DISFACIMENTO DELLA FUNZIONE POLITICA cui tutti hanno contribuito e che fa ritenere fattore assolutamente secondario la capacità di governo, inverando il mantra “intanto non cambia nulla, inutile andare a votare”. Così è stato. Una buona candidata, seria, professionalmente a modo e preparata, una persona, in senso positivo, normale, poco ha potuto contro la rappresentazione di una realtà che oramai pone Ostia sul piano di Scampia o Corleone. Qualsiasi persona dotata di discernimento, anche minimo, osservando anche i pochi, se non l’unico, faccia faccia effettuato fra le due candidate non avrebbe che potuto ammettere le maggiori qualità della Picca. Ed infatti la Di Pillo, dopo la magra figura rimediata nel confronto diretto, ha evitato ogni replica, scappando a gambe levate. Ma anche questo a nulla è servito rispetto a quanto accaduto nell’ultimo anno. Dopodiché due considerazioni “di contorno”. Una per i 5 stelle. Il voto nel X municipio è una vittoria di Pirro, oltretutto, in condizioni più che favorevoli e dice che l’effetto Raggi è esattamente il contrario di ciò che adesso i 5 stelle sosterranno. La Raggi in un anno e mezzo ha dimezzato il consenso di cui i pentastellati godevano all’inizio della consiliatura. Per il centro destra. Bene la scelta di una candidata a modo, bene l’afflato a viaggiare uniti e compatti, ma se al “racconto depressivo e pessimistico” dei nostri avversari non contrapponiamo un racconto forte, coinvolgente, capace di smuovere un elettorato deluso e che vorrebbe dei segnali di vitalità politica espressi in maniera unitaria, rischiamo di rendere tutto inutile. Dobbiamo riappropriarci della POLITICA, perché le discussioni sulle leadership non aiutano a fare la differenza e non colmano quel vuoto che noi abbiamo il dovere di riempire, cercando di riannodare il rapporto con gli italiani, rappresentando un “progetto nazione” credibile, intellegibile, reale. Se sposteremo il baricentro della nostra azione su questo piano, facendo capire che da questo passaggio dipende il nostro futuro come sistema paese, avremo delle chance importanti e questo SI PUÒ FARE SOLO APRENDO UNA FASE DI DIALOGO SERRATO CON GLI ITALIANI. Dobbiamo aspettare che portino in Parlamento la legge sullo ius soli? Dovremo attendere le reprimende di Bruxelles della prossima primavera per far comprendere che rischiamo, grazie a Renzi & co, di pagare un conto salatissimo nella stabilità 2018/2019? Dovremo continuare ad ascoltare senza replicare alla felicità di un Gentiloni che per uno 0,1 in più pone l’Italia al penultimo posto in Europa per la crescita? Il consenso darà la leadership. Un progetto politico nazionale chiaro, intellegibile, realizzabile, capace di dare speranza ad un sistema paese depresso e, sopratutto, condiviso con gli italiani darà consenso, leadership e quel governo senza il quale il resto conta poco. RIPORTARE GLI ITALIANI ED I LORO INTERESSI AL CENTRO DELL’AZIONE POLITICA.”