

Intervento di Gaetano Quagliariello all’iniziativa ‘Europa 1957-2017, cosa resterà di questi anni sessanta?’ con Giulio Tremonti e Rainer Masera.
“Tramontato il sogno dei padri fondatori, la costruzione europea ha avuto l’economia come terreno privilegiato. Il problema identitario è stato degradato a sovrastruttura. E al pesante trasferimento di sovranità chiesto agli Stati con la rinuncia a stampare moneta non ha corrisposto l’edificazione di un nucleo politico forte e retto dalle regole della democrazia, sicché la sovranità a cui la nazione rinuncia evapora più che trasferirsi, lasciando spazio a poteri che sfuggono al controllo democratico”. Lo ha detto il senatore Gaetano Quagliariello, presidente di IDEA, intervenendo in Senato all’iniziativa ‘Europa 1957-2017, cosa resterà di questi anni sessanta?’.
“Questa dinamica – ha affermato Quagliariello – allontana l’idea che l’Europa possa essere una comunità di destino condivisa e, soprattutto, alimenta la contrapposizione tra popoli ed élites che rischia di divenire la frattura più importante nello scenario politico del nostro tempo. In fondo, l’Europa di oggi non piace né ai ‘sovranisti’ né a quanti hanno condiviso il sogno dei padri fondatori e non è difficile profezia che questa deriva porti l’Europa di oggi a morire, rendendo del tutto superflua la contesa sulla convenienza o meno di uscire dall’euro.
Anche i suoi più strenui difensori, infatti, non possono non ammettere che l’euro ha un senso in quanto e fino a quando l’Europa c’è. Per tutte queste ragioni, quanti ritengono che i problemi posti dal XXI secolo non possano essere affrontati in ambito esclusivamente nazionale, non possono giocare in difesa. Abbiamo l’obbligo – ha concluso – di una nuova proposta, per un’altra Europa che sia insieme più antica e più moderna”.