“Il dibattito sulla Missione navale al largo delle coste libiche in corso in Parlamento propone toni, per certi versi, surreali”.
“In Libia e’ in corso una guerra che e’ un mix tribale religioso con alle spalle forti interessi economici e geostrategici. In aggiunta precipitano i gia’ precarissimi equilibri economico sociali di una vastissima area del continente Africano e questo combinato scarica sulle nostre coste migliaia di disperati in fuga”. Lo afferma in una nota Vincenzo Piso, parlamentare di IDEA. “La nostra strategia e’ stata un rapporto preferenziale con Serraj, sostenuto e riconosciuto dall’ONU ma il cui peso politico e’ notoriamente ridotto, e l’intervento umanitario nel Mediterraneo. Ci siamo allineati all’approccio Europeo al problema, lamentando, nel contempo, il disinteresse di gran parte dei paesi costituenti la UE. Strategia che, unita ai nostri non ottimali rapporti con l’attore forte della regione, l’Egitto, ci ha destinati ad una marginalita’ sempre piu’ marcata. Evidenziata in maniera pesantissima – osserva – dalle iniziative dei Francesi che organizzano in casa loro un importante vertice dal quale ci tengono fuori, addirittura, annunciando la creazione di hotspot in Libia”. Secondo Piso si sta passando “dal ‘mare nostrum’ al ‘mer notre’. E’ infatti chiaro che la missione navale che l’Italia sta, tra mille contraddizioni, frettolosamente mettendo in pista e’ una pezza a colore nel tentativo di riacquisire una centralita’ fortemente lesionata. Regole di ingaggio uguali a Mare Sicuro, nessuna chiarezza sul ricollocamento dei migranti intercettati. D’altra parte chiedere alla sinistra ed a questo Governo una declinazione concreta del concetto di interesse nazionale e’ oggettivamente inutile. Quello che si evince e’ la mancanza di strategie di breve, medio e lungo termine che siano modulari e consequenziali, partendo dalla comprensione che migranti e continente Africano non sono piu’ una emergenza ma un dato strutturale con il quale siamo e saremo sempre piu’ seriamente costretti a fare i conti. Fintantoche’ non creeremo le condizioni e non avremo l’effettiva volonta’ di interventi in loco non si andra’ lontano. Non si puo’ sperare – conclude Piso – che la Francia con i suoi presidi militari a sud della Libia intervenga sulle rotte dei migranti, accettare, in cambio di denari, di farsi carico dei migranti raccolti da navi non italiane, lamentarsi e pretendere una centralita’ che necessiterebbe altro tipo di impegno. Se aspiriamo esclusivamente al ruolo di Croce Rossa non possiamo essere ricambiati con considerazione diversa”.