“Il caso Dell’Utri è un’ulteriore conferma che il reato di concorso esterno con la giustizia ha una parentela molto labile. A me sembra più una categoria sociologica che non una categoria giuridica e ritengo che questa cosa porti a ingiustizie patenti, come quella che Dell’Utri sta scontando”. Lo dice il senatore Gaetano Quagliariello, leader di ‘Idea’, in un’intervista al ‘Dubbio’. “Capisco il rigore dello Stato nei confronti dei mafiosi – aggiunge -, ma non nei confronti di persone che certamente non hanno né dal punto di vista simbolico né dal punto di vista fattuale alcuna pericolosità sociale. Diventa solo un fatto disumano”.
Ma i Magistrati, che amministrano la giustizia in nome del popolo italiano, sono sicuri che gli italiani condividano la decisione di tenere in carcere il settantaseienne Marcello dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, anche se in precarie condizioni fisiche? Lo afferma il sen. Carlo Giovanardi di Idea Popolo e Libertà.
Sono altrettanto convinti i Magistrati che gli italiani possano apprezzare che il senatore in carica Antonio Caridi sia in carcere da un anno e quattro mesi, su iniziativa del Presidente del Senato Piero Grasso, continua Giovanardi, per l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, non soltanto prima di un eventuale rinvio a giudizio, ma senza che la Cassazione abbia ancora deciso in via definitiva se è legittima la sua custodia cautelare?
La doverosa e sacrosanta lotta contro ogni forma di criminalità organizzata diventerà sempre più forte e autorevole se lo Stato democratico, conclude Giovanardi, sarà in grado di mostrare contemporaneamente rigore ma anche senso di umanità.