Sulla scorta delle proteste dei risparmiatori in merito all’articolo 38 della legge di bilancio 2019 varata dal Governo, che avrebbe la conseguenza paradossale di obbligare i risparmiatori già costituitisi parte civile nei processi contro i vecchi amministratori a rinunciare agli eventuali indennizzi, ecco l’interpellanza presentata dal senatore di IDeA Gaetano Quagliariello.
INTERPELLANZA
Al Presidente del Consiglio dei Ministri e Al Ministro dell’Economia e delle Finanze
Premesso che:
gli articoli 24 e 47 della Costituzione recitano: “Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa é diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.” e “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito.“
Preso atto che:
con la legge n. 205/2017 (legge di bilancio 2018) ai commi 1106-1109 dell’art. 1 è stato istituito un fondo di ristoro finanziario con una dotazione finanziaria di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018-2021 per l’erogazione di misure di ristoro in favore di risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto, in ragione della violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza previsti dal testo unico della finanza (decreto legislativo n. 58 del 1998), in riferimento alla sottoscrizione e al collocamento di strumenti finanziari emessi da banche aventi sede legale in Italia sottoposte ad azione di risoluzione o comunque poste in liquidazione coatta amministrativa;
a tali risorse, senza nessuna distinzione tra obbligazionisti e azionisti, avrebbero dovuto avere accesso i risparmiatori delle ex banche popolari venete (Veneto banca e Popolare di Vicenza) e delle 4 banche poste in liquidazione (Cassa di risparmio della Provincia di Chieti SpA, Banca Etruria, Cassa di risparmio di Ferrara SpA e Banca Marche);
Considerato che:
l’articolo 38 della Legge di Bilancio 2019 (A.C. 1334) presentata dal governo alla Camera dei deputati il 7 novembre 2018, recante “Fondo di ristoro per i risparmiatori”, avrebbe dovuto dare attuazione – con otto mesi di ritardo rispetto alla scadenza del 30 marzo 2018 – alle norme di cui sopra;
l’articolo 38, invece, prevede che la misura di ristoro sia erogata, in favore dei soli azionisti (e non invece anche degli obbligazionisti), e che sia pari al solo “30 per cento dell’importo onnicomprensivo” dell’ammontare riconosciutoda parte dall’arbitro Anac, da quello Consob o da un giudice “entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro per ciascun risparmiatore, comprensivo di accessori di legge ove riconosciuti”;
il medesimo articolo 38 alla lettera f) prevede che “l’accettazione del pagamento a carico del Fondo equivale a rinuncia all’esercizio di qualsiasi diritto e pretesa connessi alle stesse azioni[…]”;
tale formulazione prevede di fatto che i risparmiatori danneggiati, le cui ragioni siano state riconosciute dagli enti arbitrali preposti o da un giudice, avranno diritto alla restituzione del solo 30 cento della somma persa, rimborsata facendo ricorso a soldi pubblici – e quindi appartenenti ai cittadini italiani – e ai fondi dei conti correnti dormienti;
in cambio di questo parziale rimborso i risparmiatori vittime dei crack bancari dovrebbero rinunciare a qualsiasi azione di rivalsa per ottenere il rimanente 70 per cento alle banche da cui sono stati ingannati o degli enti preposti al controllo del settore: Consob e Bankitalia;
la norma contenuta nell’articolo 38 avrebbe la conseguenza paradossale di obbligare i risparmiatori già costituitisi parte civile nei processi contro i vecchi amministratori a rinunciare agli eventuali indennizzi;
Considerato infine che:
sono state numerose, dalla fine del 2017 a oggi, le sentenze che hanno riconosciuto ai risparmiatori il diritto di rivalsa, anche nei confronti delle nuove good banks;
gli istituti di vigilanza, dal canto loro, hanno parzialmente confermato di non essere completamente estranei ai fatti che hanno interessato gli istituti di credito falliti già la scorsa legislatura durante le esposizioni davanti alla commissione di inchiesta sulle banche, dove i vertici di Consob e Bankitalia si sono rinfacciati a vicenda di non essersi scambiati le informazioni di cui disponevano e che le responsabilità reciproche tra i due “controllori” sarebbero alla base anche della sentenza pronunciata lo scorso agosto dalla Corte d’appello di Firenze;
Si chiede di sapere:
se siano a conoscenza di quanto esposto;
se non ravvisino un vizio di costituzionalità insito nella norma contenuta all’articolo 38 della legge di bilancio 2019;
quali iniziative urgenti intendano promuovere per garantire che tutti i risparmiatori che hanno visto i propri risparmi azzerati a causa del fallimento delle banche abbiano diritto ad un ristoro e, qualora non sufficiente, possano esercitare il loro diritto ad un’azione giudiziaria risarcitoria;
quali iniziative intendano promuovere al fine di apportare significativi correttivi al sistema di vigilanza bancaria e prevenire, quindi, che simili crisi di sistema danneggino la solidità del risparmio privato italiano.
Sen. Gaetano QUAGLIARIELLO