

Il 28 gennaio, IDEA ha aderito alla manifestazione del Centrodestra a Roma. Pubblichiamo l’intervento di Gaetano Quagliariello al comizio finale.
Cari amici,
ci sono alcuni, sul fronte opposto a quello riunito in questa piazza, che non credono a niente se non al potere. Per loro in politica non c’è più spazio per la destra, per la sinistra, per le idee. Non è così. Certo, il mondo sta cambiando, ci pone problemi nuovi. Ma ognuno di noi ha chiara dentro di sé la bussola per affrontarli.
Noi e loro non siamo la stessa cosa. Perché noi crediamo nella libertà della persona e nella responsabilità verso gli altri, loro concepiscono solo l’egoismo dell’individuo. Noi siamo dalla parte di chi è debole perché deve ancora nascere, o crescere, o affermarsi nella vita. Loro sono sempre dalla parte di chi è già arrivato.
Noi crediamo nella comunità, loro nel centralismo soffocante. Noi difendiamo la libertà di intraprendere, loro stanno con il capitalismo degli amici. Per noi democrazia significa sovranità del popolo e coesione nazionale, loro ci mettono un attimo a svendere nazione, popolo e coesione per il giglio magico di turno.
Ringrazio Giorgia per aver promosso questa piazza e so bene che qui non siamo fatti con lo stampino. Abbiamo storie, sensibilità diverse. Ma se sapremo valorizzarla, questa è una ricchezza. Tanto per cominciare, abbiamo in comune i nostri avversari, e non è poco.
Quelli che spacciano per diritti la teoria gender e l’utero in affitto. Quelli che sono per la globalizzazione a prescindere come stavano dalla parte delle primavere arabe senza vedere la minaccia del terrorismo islamico.
Quelli che hanno lucrato sull’immigrazione spacciando i loro affari per solidarietà.
Quelli che chiamano “flessibilità” il debito da scaricare sui figli, che chiedono soldi per il terremoto e li spendono in mance elettorali. Quelli che non capiscono che difendere il sogno dell’Europa dei popoli e dei padri significa oggi combattere l’Europa dei burocrati, dei ragionieri, degli approfittatori.
I nostri avversari sono oggi al governo. Renzi ha provato a coprirli col mantello di Harry Potter, ma alle spalle della buona educazione di Gentiloni, uomini, donne e metodi sono sempre gli stessi. Per mandarli a casa, però, dobbiamo presentarci con un programma comune. Dobbiamo riaccendere nel Paese la speranza di un governo che guardi al popolo e non alle élite.
E come siamo dalla parte del popolo e possiamo dunque dirci progressisti in campo sociale, così non dobbiamo avere paura di dirci reazionari nei costumi perché crediamo nelle tradizioni e ci piacciono le parole mamma e papà.
Noi dobbiamo ricordarci ogni giorno che tutto ciò che ci unisce è molto, molto più di quello che ci divide.
In altri Paesi le destre sono divise da un passato ingombrante. In Italia le destre hanno segnato insieme un’epoca di svolta nella storia repubblicana.
Sono unite dalle felici esperienze di governo nei paesi, nelle città, nelle regioni. Sono unite grazie a una classe di eccellenti amministratori fin qui mortificati da sistemi elettorali che hanno cancellato il merito e il consenso.
Amici, noi siamo uniti soprattutto da idee e valori che ci appartengono nel profondo e che ci fanno sentire diversi dai nostri avversari. Non sarà una passeggiata, ma solo uniti potremo affermare la nostra comune visione del mondo e accendere la speranza di una nuova stagione di libertà. Rimbocchiamoci le maniche, in alto i cuori e andiamo avanti!