“L’attenzione e la sensibilità verso il fine vita, sollecitate dal presidente Fico, non sono in discussione. Ed è altrettanto fuori di dubbio che l’ordinanza della Corte Costituzionale sul caso del dj Fabo ponga degli interrogativi al Parlamento. Il punto è che la risposta a questi interrogativi non può e non deve essere a senso unico”. Lo dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, leader di ‘Idea’. “Avevamo invano avvertito – osserva Quagliariello – che la legge sulle disposizioni anticipate di trattamento, approvata alla fine della scorsa legislatura, avrebbe di fatto introdotto l’eutanasia nel nostro Paese. La Consulta ci ha dato purtroppo ragione, e su quella legge ha innestato il suo recente pronunciamento invitando il legislatore ad allargarne le maglie, affermando che se una persona può morire di fame e di sete per mano di terzi, non si capisce perché non possa morire direttamente con un’iniezione letale. Rispetto a questo dato, il Parlamento non è certo sottomesso alle ‘magnifiche sorti e progressive’ della storia: esiste un’altra risposta, ed è quella di riparare agli errori compiuti. Per questo in Senato abbiamo presentato tre disegni di legge per rimuovere dalla legge sulle DAT le più gravi aperture eutanasiche stabilendo che idratazione e alimentazione non sono terapie; che il rappresentante legale in assenza di DAT non può rifiutare o interrompere le cure senza passare dal giudice; che la validità delle DAT richiede consenso informato e firma del medico, e quest’ultimo può non applicarle in caso di inappropriatezza clinica. Di fronte al bivio, la strada per il Parlamento non è obbligata. Se si vuole fermare l’eutanasia in Italia – conclude -, noi siamo pronti e i nostri disegni di legge a disposizione degli uomini di buona volontà”.