“La Cassazione ha giustamente confermato quello che già sapevamo, cioè l’esistenza di una legge italiana che proibisce e sanziona il ricorso all’utero in affitto, e da ciò deriva la positiva accoglienza tributata ieri al pronunciamento di cui la Corte aveva diffuso una sintesi. Dalla lettura del testo integrale della sentenza emerge tuttavia una contraddizione, perché con l’apertura sull’adozione speciale e con il modo in cui tale riferimento è formulato si suggerisce la strada per legittimare la maternità surrogata, facendo rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta”. Lo dichiarano in una nota congiunta Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella e Carlo Giovanardi, di ‘Idea’.
“Per contrastare efficacemente il mercato dei bambini e del corpo femminile – aggiungono – è necessario che intervenga la politica, a livello sia governativo che parlamentare. Il ministro Salvini, appoggiandosi anche alla sentenza della Cassazione, ha tutti gli strumenti per bloccare l’iniziativa dei sindaci che hanno consentito la registrazione come genitore all’anagrafe di persone che non hanno legami biologici con il bambino, e di dichiarare nullle le registrazioni finora eseguite. Il Parlamento – concludono i tre esponenti di ‘Idea’ – può e deve rafforzare il divieto di maternità surrogata con sanzioni amministrative adeguate, chiedendo anche la registrazione all’anagrafe del contratto di utero in affitto, con cui il bambino avrebbe la possibilità di risalire sia alla madre genetica che a quella gestazionale”.