Anche i referenti calabresi di IDEA intervengono sulla possibile chiusura dell’aeroporto di Reggio Calabria, dopo lo stop dei voli da parte di Alitalia.
“La Calabria e Reggio potranno uscire dalla difficile condizione di arretratezza socio-economica anche potenziando e rilanciando il proprio sistema trasportistico. Affermazione questa che si ripete in ogni circostanza che appartiene come principio a tutte le forze politiche e sindacali ma che di fatto rimane come enunciato di principio e basta!
Reggio, “Città Metropolitana”, la più debole fra le consorelle d’Italia, non può rimanere senza un collegamento stradale, ferroviario, marittimo ed aereo degno di una “metropoli” che con il suo hinterland racchiude quasi un milione di abitanti. La difesa dell’Aeroporto dello Stretto non può essere solo “pennacchio” di territorio o vendetta e rivalsa politica di schieramento ma efficace azione di scontro e chiarezza con quanti pensano che questo territorio sia solo terreno di malaffare e di ‘ndrangheta e non culla di civiltà. Tutti dobbiamo cogliere questa opportunità per irrobustire la rete aeroportuale calabrese per potenziare un sistema economico e produttivo che rilanci i nostri territori.
Non ci sono sfide fra politici più muscolosi da rilanciare ed accogliere in questo momento ma occorre evidenziare che finalmente questa “amara” terra di Calabria possa dimostrare di avere dalle massime cariche istituzionali nazionali ai più piccoli paesi dell’entroterra montano, una classe dirigente degna e rinvigorita dal desiderio di invertire, una cultura che ha creato danni non solo a Reggio ma anche a tutto il suo hinterland.
Alitalia nasconde le proprie inettitudini e quelle della sua classe dirigente colpendo i più deboli:lo ha fatto ieri e continua a farlo oggi! Una società, quella di bandiera nazionale, sull’orlo del fallimento e non solo economico, che scarica sulla Calabria e sulla città metropolitana di Reggio le proprie inefficienze per crearsi degli alibi su come ha utilizzato, e male, i fondi dei cittadini italiani, versati ad essa dallo Stato.Ordisce di fatto con questi ciclici problemi di chiusura di Reggio (sempre aeroporti del Sud Italia) vere e proprie estorsioni per ottenere sempre più finanziamenti dagli enti territoriali.
Ma Alitalia non dice che i pochi voli che atterrano e ripartono dal “Tito Minniti” viaggiano quasi tutti pieni; preferisce tacere del regine di monopolio che ha imposto alla gestione dell’aeroporto reggino con tariffe aeree su voli interni veramente “scandalose”. Certo l’ammontare del passivo denunciato dalla compagnia aerea di bandiera è grosso e le responsabilità non possono essere solo le proprie. Infatti sosteniamo che queste vanno condivise anche con l’assurda e fraintesa funzione della società di gestione dei servizi aeroportuali in loco che ha trasformato, negli anni, d’intesa con famelici politici locali, la struttura di servizio in strumento di clientela.
Non ci accodiamo al gioco dello scarica barile per individuare le responsabilità di un “fallimento” ma sentiamo il bisogno di avanzare un’ipotesi possibile di lavoro che guardi al futuro resettando il presente,tenendo conto della debolezza dei governi locali e territoriali di oggi e dall’incoerenza di una Regione che ieri come oggi agogna scenari di centralità su Lamezia di tutti i servizi aeroportuali.
Noi non ci schieriamo con coloro, specie istituzione, che non vogliono affondare le mani sulla storia del “Tito Minniti” e sul modo con cui esso è stato gestito, poiché riteniamo che i mali dello scalo aereo stanno proprio all’interno del sistema complessivo di gestione.
E’ opportuno che al di là dei proclami di buone intenzioni e degli incontri con le autorità dello Stato, i nostri amministratori facciano sentire la loro voce non per rivendicare pietose concessioni ma esibendo progetti e programmi concreti di rilancio anche se questo dovrà costare ulteriori sacrifici”.